Descrição
This article addresses the genre of contemporary travel writing and discusses its cross-mediation in various digital forms: blogs, apps and the ultimate case where it is an Artificial Intelligence (AI) to actually produce the narrative. After providing some preliminary remarks on the difficulty to find a proper definition of travel writing, the article proposes to consider it not only as a genre, but also as a praxis. This open the way to a discussion that addresses the pragmatic effects that this kind of writing bears, suggesting that the more technology takes control over travelling and writing as social practices, the more these experiences are objectified and turned into acts. This is so, until it is an AI to be (put) in charge of the narrative of a journey: the experimental case of 1 the Road shows that the way in which AI textualizes its own experience resonates with the traditional form of hypomnemata providing food for thought about literary pleasure, authoriality and techno-self.||In questo articolo si esplorano alcune forme di cross-medialità digitale della letteratura di viaggio: i blogs, i social network, le apps e il caso estremo in cui è una forma di Intelligenza Artificiale (IA) ad essere in controllo della stesura del testo. Dopo aver evidenziato la difficoltà di trovare una definizione condivisa degli scritti odeporici, si propone di considerarli non solo come un genere, ma anche come una prassi testuale che emerge dal viaggiare e dallo scrivere intese come pratiche sociali. Da questa prospettiva pragmatica si sottolinea il fatto che più la tecnologia è protagonista nel modo di concepire e mettere in forma (digitale) un viaggio, più tale esperienza e la sua testualizzazione sono oggettificate e trasformate in meri atti tecno-linguistici. Nel caso invece in cui un’IA è (messa) in controllo della narrazione, come l’esperimento 1 the Road mostra, si ritorna a una forma di testualizzazione che richiama gli hypomnemata degli antichi Greci, aprendo una nuova strada per una discussione sul piacere letterario, l’autorialità, e l’emergenza (forse) di un tecno-sé.
